Angelo Custode

Festa degli Angeli Custodi il 2 Ottobre

L'angelo custode è un angelo che, secondo la tradizione cristiana, accompagna ogni persona nella vita, aiutandolo nelle difficoltà e guidandolo verso Dio. L'angelo è invocato con la tradizionale preghiera dell'Angelo di Dio.
L'angelo custode è una figura ricorrente nella vita di molti Santi; in diversi Paesi vi è una forte e particolare devozione.
Nell’udienza generale del 2 ottobre dello scorso anno, Francesco ne parlava così:
«Oggi celebriamo la memoria degli angeli custodi. La loro presenza rafforzi in ciascuno di voi, cari giovani, la certezza che Dio vi accompagna nel cammino della vita; sostenga voi, cari ammalati, alleviando la vostra fatica quotidiana; e sia di aiuto a voi, cari sposi novelli, nel costruire la vostra famiglia sull’amore di Dio».
I messaggeri al cospetto di Dio
Ma chi sono gli angeli di cui celebriamo la festa proprio il 2 ottobre, a pochi giorni da quella (il 29 settembre) degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele? La parola angelo deriva dal greco “anghelos”, che significa messaggero, perché è proprio questa la funzione che gli angeli svolgono negli episodi narrati dai Vangeli.
E' stato un angelo, infatti, a Nazareth, a portare a Maria l’annuncio della sua prossima maternità («Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù», Lc 1, 31)
e a rassicurare Giuseppe («Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo», Mt 1, 20).
Ed è stato un angelo ad apparire a Cristo nel Getsemani: «Allora gli apparve un angelo per rafforzarlo » (Lc 22, 43).
Ed è stato, ancora, un angelo ad annunciare la Resurrezione alle donne vicino al sepolcro di Gesù, dicendo loro: «Non è qui, è risorto, come aveva detto; venite, guardate il luogo dov’era stato deposto» (Mt 28, 6). Il suo aspetto, ci racconta l’evangelista Matteo, «era come folgore e il suo vestito bianco come neve». 
Ed è sempre nel Vangelo che, degli angeli, parla lo stesso Gesù: «Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18, 10).

Ecco come il Papa ha spiegato l’angelo custode ai bambini di Assisi
E’ racchiuso nel commento a una lettera ricevuta da un ragazzo disabile l’amore di papa Francesco per gli angeli custodi. Un commento che il Pontefice avrebbe dovuto leggere nell’incontro avuto il 4 ottobre dello scorso anno con i bambini del Serafico di Assisi e che, invece – come spesso accade con Francesco, che preferisce parlare “a braccio” – è rimasto un pensiero sulla carta.
 La lettera di cui avrebbe voluto parlare ai bambini era quella di Nicolas, un ragazzo argentino di 16 anni che gli scriveva:
«Tutte le notti, da quando tu me l’hai chiesto, io domando al mio angelo custode, che si chiama Eusebio e ha molta pazienza, di custodirti e di aiutarti. Stai sicuro che lo fa molto bene perché ha cura di me e mi accompagna tutti i giorni. E quando non ho sonno, viene a giocare con me».
Per Francesco, "nel cuore di questo ragazzo  c’è la bellezza, l’amore, la poesia di Dio. Quel ragazzo quando non riesce ad addormentarsi gioca con il suo angelo: è Dio che scende a giocare con lui".